domenica 14 luglio 2013

Solo silenzio



Quando, in un momento di particolare oblio mentale, acconsentii a sprecare tre anni e passa della mia vita dedicandomi all'attività sindacale, il mio mentore mi diede un consiglio particolarmente ficcante nella sua semplicità: durante gli incontri con la controparte, bisognava prestare particolare attenzione non a ciò che veniva detto, ma a ciò che veniva taciuto.
Quasi sempre, nei silenzi e nelle omissioni, c'è più di quanto non dicano ore ed ore di chiacchiere.
Naturalmente, interpretai quel saggio consiglio (riprova che anche un orologio rotto, due volte al giorno, segna l'ora esatta, tranne Gasparri che è digitale) a modo mio, finendo per usarlo assai più spesso a danno del sindacato stesso, che quanto a silenzi e sbadataggini non ha nulla da insegnare ai padroni "cattivi".
A distanza di tempo, quel suggerimento mi torna utile ancora oggi per mettere in difficoltà i pappagalli che, incapaci di pensiero autonomo, starnazzano a memoria ciò che sentono qua e là, finendo col prendere sul serio individui e trasmissioni più attenti alla credibilità che alla verità.
Quando arriva qualcuno a strepitare sull'ultimo servizio de "Le Iene", dove è stato messo in risalto lo scandalo del momento, viene spontaneo chiedere perchè i furbetti emuli di Tarantino non si occupino mai degli scandali seri, soprattutto quelli che riguardano chi stacca loro gli assegni.
Quando arriva qualcuno a brontolare sull'ennesimo canile lager scoperto da "Striscia", viene naturale chiedere se i problemi che affliggono maggiormente il paese siano questi.
Quando l'indignato di turno perora la tirata contro la violenza sulle donne, imbeccato dalla terza notizia di "Studio Aperto" (le prime due, inevitabilmente, sono il meteo e Belen), non posso trattenermi dal ribattere se la mercificazione della donna, che è il cavallo di battaglia della cultura italiana da un ventennio a questa parte non, e di cui "Studio Aperto" è uno dei promotori indiscussi, non sia il vero problema.
Capiamoci: si tratta certamente di questioni che hanno la loro importanza, ma necessitano di una contestualizzazione seria e non solo di una generica invettiva, rivolta alla pancia anzichè al cervello di chi ascolta. Senza dimenticare il concetto di "priorità".
Manco a dirlo, questo concentrarsi sui silenzi senza osservarli a mia volta, anzi turbandoli con domande inopportune, mi ha attirato le ire di chi, troppo pigro per farlo, lascia che siano altri a ragionare per lui.
Fino a poco tempo fa, questi iracondi personaggi erano quasi tutti inquadrabili nell'alveo del berlusconismo; la loro replica alle mie obiezioni era invariabilmente un silenzio spaesato o un trito, furibondo insultare.
Oggi, direi quasi inevitabilmente, a raccogliere il testimone dei berlusconiani è, manco a dirlo, quella vasta platea che sostiene, consapevolmente o meno, Beppe Grillo.
Che in quanto a reticenze e silenzi non ha nulla da invidiare ai suoi epigoni televisivi.
Di solito si dice: Beppe si occupa di cose che la grande stampa politicizzata non affronta.
E per carità, su questo non ci sarebbe niente di male, se se ne occupasse con competenza e serietà, anzichè cercare il facile sensazionalismo per vellicare l'istinto frignone e rancoroso di chi lo segue; capisco che la "democrazia dal basso" necessita di continue stimolazioni, ma viene il sospetto che, a furia di insistere, si finisca davvero per diventare ciechi.
Capisco anche che ragionamenti troppo complessi ed articolati sono noiosi e poco attraenti per un popolino ignorante, sempliciotto e provinciale che avrebbe anche, oggettivamente, difficoltà a mandarli a memoria.
Quel che non capisco è come mai un tizio che sbraita un giorno sì e l'altro pure per mandare a casa politici ladri, arroganti e spreconi (e chiede addirittura udienza a Napolitano per velocizzare la cosa, udienza poi ritardata da improvvise ed improrogabili ferie in Costa Smeralda) non colga l'occasione per dire la sua, che so, su quel brutto pasticcio in salsa kazaka o sulle uscite, al solito infelici, di Calderoli.
Certo, ribadisco: ci sono altre questioni che magari sfuggono alla grande stampa di cui occuparsi.
Ma l'ennesima tirata contro la Germania  (perchè genuflettersi alla Merkel è male, a meno che prima non ci invada ), il solito psicodramma sull'ineleggibilità di Berlusconi e le altre varie amenità presenti sul blog di Grillo in questi giorni sembrano, nell'ipotesi migliore, la versione web delle repliche estive dei telefilm di successo, con l'aggravante che le repliche televisive spaziano per genere e target, quelle del non- leader hanno come unico ed ultimo scopo un ossessivo accanimento contro il PD.
Nell'ipotesi peggiore, sembra invece il solito, collaudato sistema per fingere di occuparsi di tutto senza, in realtà, preoccuparsi di nulla.
A pensar male si fa peccato, ma -come diceva qualcuno- raramente si sbaglia.
Sarebbe interessante se qualcuno provvedesse a spiegare il perchè di questi curiosi silenzi.
Non credo, però, che accadrà.
Il che, in effetti, spiega già tutto.

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